Friday, March 18, 2011

Tokyo senza corrente

Dai notiziari si apprende che in seguito alla catastrofe dell'11 Marzo, a Tokyo, si continua a razionare l'energia elettrica anche se è passata una settimana dall'evento.

Come mai? La centrale di Fukushima, lontana ben 260km, produceva così tanta energia elettrica, che il suo spegnimento mette in crisi tutta la rete elettrica Giapponese? Perché non si può immettere energia elettrica nella rete producendone di più da altre centrali sparse sul territorio nazionale?

La risposta è veramente sorprendente: non è del tutto possibile perché il Giappone non ha un'unica rete elettrica.

Tutto cominciò nel 1885 quando la Tokyo Electric Light Co. comprò i suoi generatori elettrici dalla tedesca AEG, che producevano corrente a 50Hz (lo standard europeo). Più' o meno nello stesso periodo l'azienda concorrente, Osaka Electric Lamp, acquistò generatori elettrici dalla statunitense General Electric, che invece producevano corrente a 60HZ (lo standard americano). E come cominciò, così è rimasto fino ad oggi.

Con il passare degli anni infatti è accaduto che il Giappone si è standardizzato su due sistemi elettrici: quello di Tokyo e dell'Est del Giappone con il sistema europeo a 50Hz, quello del resto della nazione con lo standard americano a 60Hz.

La cosa interessante è che le due reti reti sono connesse e l'area di Tokyo prende energia dal resto del Giappone, ma le centrali di adattamento della frequenza hanno una capacità totale di 1Gigawatt. Tenendo conto che la centrale di Fukushima produceva 9.7Gigawatt si comprende perché a Tokyo l'energia è razionata.

Questo è un esempio di cosa può comportare la scelta di non adottare uno standard in tema di infrastrutture critiche.

Fonte: ITWorld

Saturday, September 04, 2010

Il Seminario Il Futuro è DOP!


Questa mattina ho partecipato da spettatore al Seminario "Il Futuro è DOP!", in cui si è discusso sul futuro non solo del Pecorino di Filiano, ma più ampiamente del presente e del futuro del settore agricolo e zootecnico lucano.

Il seminario è stato caratterizzato da interventi molto critici, ma costruttivi da buona parte dei relatori. Si ha inizio con il saluto di Stefano Genovese, Direttore del Consorzio per la Tutela del Pecorio di Filiano che introduce il tema dell'Agropirateria, e di Giuseppe Nella, Sindaco di Filiano, che sottolinea il problema dell'esigua quantità di Pecorino prodotto nell'areale, circa 45quintali/anno.

Luigi Zucale, Presidente del Consorzio del Pecorino di Filiano, decreta la morte della zootecnia in basilicata e lamenta la mancanza del ricambio generazionale nelle aziende zootecniche, in parte causato da una mancanza di spinta dal basso, dalle amministrazioni comunali. Le imprese hanno difficoltà oggettive a pagare l'acqua, l'elettricità, oltre a ricevere con pesanti ritardi il pagamento del latte fornito. Si richiede al governo regionale delle leggi strumentali, per consentire lo sviluppo delle imprese.

Il Dott. Domenico Romaniello, Commissario Straordinario dell'ALSA, sottolinea la difficoltà a mantenere prezzi di mercato, dettati dal predominio della grande distribuzione. Altro problema da risolvere è l'assistenzialismo che è stato fatto da sempre nei confronti delle imprese, senza però istituire un osservatorio che possa essere il punto di partenza per una corretta programmazione. Da superare anche i problemi di burocrazia e lentezza amministrativa in risposta alle richieste di aiuto da parte delle imprese.

Interviene dal pubblico il Direttore della Coldiretti Giuseppe Brillante, che sottolinea che nonostante il settore agroalimentare Made in Italy all'estero sia valutato sui 60miliardi di Euro, la grande maggioranza di tale prodotto usa materie prime non sempre provenientei dall'Italia.

Il Dott. Vincenzo Folino lancia una provocazione: se le materie prime fossero tutte italiane i prezzi sarebbero competitivi?

Brillante, continuando nel suo intervento, sostiene che i prezzi dovrebbero seguire le politiche e le logiche del mercato, e conferma che la bassa qualità dei prodotti cosiddetti "italiani" nuoce proprio al mercato "Made in Italy". E' necessario avere più potere contrattuale, ed uno degli strumenti che potrebbero aiutare in tal senso è poter utilizzare i Progetti Integrati di Filiera (PIF) di prossimità.

A seguire interviene Donato Di Stefano, presidente della CIA, che pone l'accento sulla necessità di razionalizzare gli enti, di definire dei ruoli, e pianificare prendendo una direzione decisa. Si richiede una vera politica agroalimentare regionale, e si sottolinea che gli interlocutori sono la Regione e l'Unione Europea. In questo senso bisogna valorizzare l'agricoltura, l'ambiente ed il territorio. Di Stefano affronta inoltre la questione della sicurezza alimentare, della tracciabilità e del valore aggiunto che devono avere i prodotti locali; in tal senso è importante che sia introdotto un divieto di utilizzare nomi che richiamino il territorio qualora il prodotto non sia derivato da materie prime del territorio stesso.

Interviene un produttore, Giovanni Samela di Frusci, che conferma, con la propria esperienza, il fatto che sul mercato, soprattutto estero, ci si confronta con prodotti a detta dell'etichetta "italiani" o "lucani" ma che sono fatti con latte nè lucano, nè italiano. Samela termina il suo intervento riportando una dura critica al dipartimento dell'agricoltura della Regione, che negli anni si è visto svuotato dell'esperienza degli agronomi perdendo il contatto diretto con la realtà dell'agricoltura stessa, ma che si sta orientando più verso il settore legale e burocratico.

La parola viene data al Dott. Giannino Romaniello, Presidente della III Commissione del Consiglio Regionale, il quale spiega che il problema della mancanza di interesse dei giovani nell'agricoltura e nella zootecnia è dovuto alla sostanziale difficoltà di produrre reddito al pari di altre tipologie di attività. Si ritiene necessario incrementare il sistema di relazioni tra l'economia e la politica, favorire la partecipazione delle parti sociali. Parte della soluzione dovrà passare attraverso la razionalizzazione delle risorse, mettere mano agli enti inutili. E' necessario avviare questo processo mettendo in comunicazione la Commissione direttamente con i singoli settori e le parti ed i soggetti interessati.

Il Presidente del Consiglio Regionale Dott. Vincenzo Folino termina con un resoconto sulla politica Europea e di quanto l'Italia può fare in seno all'Unione. La crisi di questi anni ha colpito tutti, ed in particolare il settore agricolo. Segue una breve analisi della situazione dell'agricoltura in Basilicata, nei vari settori dell'ortofrutta, dei vini, dell'olio e dei prodotti lattiero caseari. Il Presidente lamenta una mancanza di politica interdipartimentale e l'esigenza di sburocratizzare, confermando la necessità di razionalizzare la presenza degli enti ed una maggiore integrazione con le associazioni di categoria. Termina l'intervento con un invito diretto al Consorzio di farsi promotore di inziative che possano aiutare lo sviluppo e migliorare le condizioni delle imprese del settore.

Al termine del seminario, dopo una breve, ma decisa chiusura di Luigi Zucale, le interviste di TG3 e degli altri mezzi di stampa, il Consorzio per la Tutela del Pecorino di Filiano ha invitato relatori e partecipanti ad assaporare un delizioso primo piatto, ed un secondo a base di Pecorino di Filiano e salame locale, in uno stand dell'Unione Regionale dei Cuochi Lucani, accompagnato dalla degustazione dei vini delle Cantine Nolè 1912.

Rocco Lucia

Monday, August 30, 2010

Iscalunga, il Palazzo Corbo e il Regno delle Due Sicilie


Sfogliando il quinto volume degli Atti della Reale Accademia delle Scienze della Società Reale Borbonica, pubblicato a Napoli nel 1843, mi sono imbattuto in una interessante descrizione di Iscalunga e del podere che la circondava. Si tratta del rapporto di una "peregrinazione" dei soci ordinari dell'Accademia, i Signori M. Tenore e G. Gussone, datato 14 Luglio 1840.

Tanti sono gli spunti di riflessione e di insegnamento che ci dà questa lettura. Non va trascurata la punta di orgoglio che ci infonde tale documento, quali abitanti di questa piccola frazione, il cui storico Palazzo non vede, a mio avviso, la giusta collocazione funzionale che merita.


Iscalunga, terreni vulcanici ed argillosi nella valle di Agromonte
"Il primo tratto di strada che ne traversa la valle di Atella, perchè da noi già battuto nel primo viaggio a Rionero non poteva intrattenerci altrimenti; procedevamo quindi a percorrerne la contigua valle di Agromonte che ne menava alla contrada d'Iscalunga, dove avevamo fermato intrattenerci.
Il cammino poco discostasi dal letto del torrente, lunghesso il quale confusamente frammiste ed ammucchiate vi si scorgono le vulcaniche sostanze che vi si propagano dalla regione vultorina, e le calcari che si riferiscono agli Appennini che ne contornano l'intera vallata. I bassi colli e tutto il terreno coltivabile è in gran parte argilloso, donde quel tratto di paese prende il nome: dapoichè ischie diconsi generalmente nel nostro regno tutt'i luoghi che ne presentano analoghe geoponiche condizioni."
Avvicinandosi da Rionero, gli esploratori attraversano la Valle di Vitalba, e osservano e descrivono la conformazione del territorio, seguendo la Fiumara di Atella, riscontrando depositi di natura vulcanica e terreni argillosi. Ne avevo sentite tante sull'origine del nome Iscalunga, ma questa ipotesi sulle "ischie" associate a terreni argillosi devo dire che mi convince...

Il Palazzo Corbo, esempio modello di grandezza e modernità
"L'oggetto della breve dimora prefissaci in Iscalunga, ne formavano le vaste tenute che vi possiede la casa Corbo di Avigliano, a centro delle quali ergesi vistoso edifizio fattovi costruire di recente, emulo in magnificenza ai più rinomati castelli del medio evo. Se non che, laddove quelli antichi fabbricati ricinti miravansi di parchi e di giardini, ad unico sfoggio di fasto e di grandezza, quello d'Iscalunga trovasi circondato di utili industrie, che compagno lo rendono delle moderne più importanti rurali istituzioni."
Questa è una delle descrizioni più rare del Palazzo Corbo, una dimora modello, esempio di grandezza e modernità...è infatti stupendo il paragone con i castelli medievali.


Le coltivazioni nella zona di Iscalunga
"Col favore della dolcezza del clima e della moderata temperie che vi regna nell'inverno, stante la felice meridionale esposizione, e gli alti monti che li difendono dal borea, non vi è genere di grande coltura che que'solerti ed intelligenti padroni non abbiano in quei campi introdotti. Ivi ogni specie di cereali, di civaje, di erbe tigliose, di prati sativi, con benintesi avvicendamenti prosperi ed ubertosi ricolti provvedono. Ivi estese piantagioni di gelsi, e di alberi di alto fusto per alimentarne le più proficue industrie."
Terreno fertile, adatto ad ogni tipo di coltivazione, i gelsi, che ormai sono rimasti soltanto sulla ex S.S. 93, e gli alberi di alto fusto che ritroviamo in parte nel bosco della Pennara.

Le migliori razze di buoi e cavalli di grande pregio
"Ivi numerose gregge vengono a stanziare nell'invernale stagione, a sussidiarne le colture medesime dalle quali traggono nutrimento. Primeggiano tra queste le mandrie bovine che sono riputate della più bella specie di tutto il regno; vengono dappresso le razze di cavalli di pregio non ordinario, e così ne conseguitano quelle de' più minuti bestiami."
Questo è un dettaglio che non conoscevo: dalle nostre parti si sostiene vi fossero le migliori razze di buoi di tutto il Regno delle Due Sicilie... beh dobbiamo ammettere quindi che la Sagra del Vitello di Inforchia non è per nulla fuori luogo, anzi, si celebra l'eredità di un nobile e prospero passato. Onore anche ai Cavalli, che ritroviamo ancora oggi negli allevamenti e soprattutto nelle strutture agrituristiche della zona.

Il rapporto tra i Corbo e i coloni
"Al prospero andamento di quel vero potere modello, tutte le loro cure ne prodigano l'erudito e generoso Nicola, ed il suo amato zio Giulio, di specchiati costumi e di nobile cortesia entrambi modelli onorevolissimi, che al benessere intendono delle numerose famiglie di coloni e mandriani, de' quali sono più che i signori gli amici, e ricambiati ne vengono della più affettuosa devozione."
Si racconta in effetti che i Signori Corbo, fossero dei veri gentiluomini, onesti e amici dei propri lavoratori. Credo di averlo letto in un libro di Don. Antonino Pace, ed inoltre ne parlava sempre la buonanima di mio Zio Donato.

Le misurazioni barometriche
"Nulla omettendo di ciò che poteva interessarci nella breve dimora fatta ad Iscalunga, non mancammo di ripetervi bcnanco le nostre barometriche osservazioni, por le quali raccogliamo non più elevarsi che di piedi 1575."

Prima di andare via, misurano l'altitudine sul livello del mare di 480m.



Per chi fosse interessato, è possibile reperire il libro in formato digitale su Google Books.

Tuesday, April 06, 2010

Nuovi MacBook con processori Core i3, i5 e i7 (forse)

Secondo il sito taiwanese Apple Daily, nel mese di Aprile vedremo un aggiornamento della linea dei portatili Apple. Pare che i MacBook e i MacBook Pro verranno equipaggiati con i nuovi processori Intel Core i3, i5 e i7. Nel report si vocifera anche del fatto che i MacBook e MacBook Pro dovrebbero essere equipaggiati con HDD da 640GB o SSD da 250GB. Quanto al MacBook Air, dovrebbe ricevere un aggiornamento della CPU Intel ULV...chissà se ripiegheranno su un i3 Arrendale, o se adotteranno la versione l'i5.

Mah, visto che è da Giugno scorso che non aggiornano il MacBook Pro, e sembra ci siano i saldi di stagione, può anche darsi che la notizia sia fondata.

Monday, March 15, 2010

Apple, Poste e copyright

Stamattina nella cassetta della posta (quella vera) ho trovato una busta con la pubblicità di Posteitaliane e dei loro servizi per le imprese.

Visto il retro della busta ho pensato: "Wow!!! Avranno fatto qualche accordo con Apple, chissà magari anche per accedere ai servizi PosteItaliane via iPhone"....

Apro la busta....leggo il depliant e mi accorgo che non c'è parola su Mac, iPhone o altre mela-servizi: si è trattato solo di un rip del design di un iMac per attrarre l'attenzione.

Ed eccoci alla solita domanda che accompagna i miei post.

Visto che nè sulla busta, nè nel depliant non c'è menzione di marchi, di Apple, di copyright, o robe simili mi chiedo se pure io posso fare una foto al mio iMac, togliergli il marchio della mela e usarla per tutti gli scopi pubblicitari che mi pare per attrarre potenziali clienti verso la mia impresa :-)

Tuesday, March 02, 2010

Nuovi pannelli solari

Un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology (la Caltech), finanziati dalla BP e dal dipartimento del governo USA per l'energia, ha inventato e realizzato delle celle solari fotovoltaiche con l'uso di una nuova tecnologia.

A differenza della maggior parte dei pannelli che abbiamo sopra i tetti, o nelle mini calcolatrici, che sono costituiti completamente di una pellicola cristallina di silicio, l'invenzione della Caltech è basata su una matrice di fili immersa in un substrato di plastica flessibile.

Immaginate una pellicola di plastica trasparente (polimero) all'interno della quale è immersa una matrice di microfili in silicio, allineati perpendicolarmente alla superficie e lunghi quanto lo spessore della pellicola stessa. Giusto per avere un'idea, si tratta di elementi lunghi meno di 100micron e con un diametro di 1 micron.

L'innovazione sta proprio nell'usare una matrice puntiforme anziché una pellicola interamente fatta in silicio. E le proporzioni sono promettenti: per costruire un pannello Silicon Wire Arrays (questo è il nome della tecnologia) è necessario solo il 2% di semiconduttore in silicio, mentre il restante 98% è semplice plastica. Altro punto positivo è che l'efficienza di conversione di questi pannelli si attesta tra il 15 e il 20%, al pari dei pannelli attualmente sul mercato.

Facciamo un po' di conti: la gran parte del costo di produzione di un pannello fotovoltaico è dovuta proprio alla pellicola di cristallo di silicio. In natura si trova tantissimo silicio, ma sotto forma di ossido di silicio, e per farne una pellicola cristallina estrarre il silicio puro, e quindi far reagire l'ossido (bruciarlo) con del carbone a 1700°C. Insomma alla fine dei conti, per ottenere una tonnellata di silicio, dobbiamo immettere nell'atmosfera una tonnellata e mezza di anidride carbonica (alla faccia dell'energia pulita del sole).

La tecnologia Silicon Wire Array non è per sé rivoluzionaria, ma utilizza il 98% in meno di silicio rispetto ai pannelli che mettiamo oggi sui tetti….sicuramente non costerà il 98% in meno…ma già se costassero la metà sarebbe un ottimo risultato :-)

I ricercatori hanno prodotto celle dell'ordine dei centimetri quadrati, adesso si sta lavorando per renderle più grandi.

Come al solito io ho tante domande: quando e dove potrò comprare un pannello SWA?

Nel 2007 sentii parlare di produzione in Italia di pannelli a Tellururo di Cadmio, grazie anche a finanziamenti del ministero dell'Ambiente, qualcuno ha visto sul mercato questi pannelli made in Italy o dobbiamo mandarli a comprare in Germania?

Se sei interessato, clicca qui per leggere il comunicato stampa della Caltech.

Friday, February 26, 2010

Visto USA per start-up

E' noto che gli USA sono preoccupati del fatto che i loro cervelli non siano tanto più brillanti di quelli di altri paesi. A differenza del nostro paese, dove, al contrario, facciamo fuggire le menti brillanti, oltreoceano hanno pensato bene di proporre il "Visa Startup Act".

Concettualmente è molto semplice e si basa su due requisiti:
  • Sei una persona in gamba e sai fare bene il tuo lavoro
  • Un individuo o un'impresa ti vuole sponsorizzare, con almeno $100.000, per portarti a lavorare negli USA in una nuova iniziativa imprenditoriale (start-up).

Se ciò accade otterrai un visto di lavoro per soggiornare e lavorare negli Stati Uniti.

E' ovvio che il governo degli Stati Uniti vorrà qualcosa in cambio, ed entro 2 anni:
  • L'impresa dovrà creare 5 nuovi posti di lavoro
  • L'impresa dovrà avere un guadagno di almeno 1 milione di dollari.

Passerà al voto questa proposta?

La riflessione che vorrei fare però è questa: in Italia la classe politica è sensibile a questi temi? Le menti brillanti (italiane) di cui sopra sono invogliate a tornare? Le imprese che li assumerebbero sono appoggiate da iniziative governative?


Se sei interessato, clicca qui per scaricare la proposta originale.

Wednesday, November 18, 2009

Banda larga in Spagna: servizio universale dal 2011

Il ministro delle comunicazioni spagnolo, Miguel Sebastián, ieri ha annunciato che dal 1 Gennaio 2011 in Spagna l'accesso internet a banda larga sarà assimilato al servizio universale.

Questo significa che tutti i cittadini, indipendentemente da dove si trovino nel territorio nazionale, avranno diritto ad avere un collegamento internet ad almeno 1 megabit e ad un prezzo accessibile...ed il governo spagnolo vigilerà affinche le compagnie telefoniche implementino il servizio veramente per tutti.

E' ovvio, le compagnie Telefónica, Vodafone, Orange e Ono si stanno opponendo, ma la cosa interessante è proprio la volontà e la determinazione politica che dimostra la Spagna nel migliorare le condizioni della vita digitale dei propri cittadini.

Chissà che pure i nostri politici prendano spunto.

I dettagli su El País.

Thursday, November 12, 2009

I misteri dell'ADSL di Dragonetti

Il 10 Novembre 2009, tra le 12.47 e le 13.41 per la precisione, è accaduto qualcosa di malvagio alla nostra ADSL: un infelice downgrade del profilo della portante da 2.4Megabit a 800kilobit.

Ci meravigliavamo già dall'anno scorso che qua si navigava a oltre i 2 megabit: eravamo veramente in una condizione anomala, il centro del paese col suo mini DSLAM da 800kbps, e noi a 2 o 4Mbps.

Molto strano, abbiamo pensato che le varie raccolte di firme, o che Voglio l'ADSL, o molto più semplicemente il grande numero di imprese presenti in questa zona abbia spinto Telecom Italia a dotare della centrale di Dragonetti di un DSLAM senza i finanziamenti statali (thumbs up, quindi).

Dopo il downgrade ci siamo documentati e cosa salta fuori? Che Dragonetti è in effetti inclusa tra le centrali ufficialmente coperte dal finanziamento Anti DigitalDivide, anche se l'ADSL c'è "sempre" stata, ed era ben più veloce di 800kbps. Beh... "sempre" proprio no, ma almeno da Gennaio 2008 il servizio era già disponibile e funzionante ad almeno 2Mbps.

Insomma, come ce lo spieghiamo?

Qui di seguito i dati tecnici per chi vuole saperne di più sull'accaduto.

Gennaio 2008 - Attivazione ADSL - Datarate portante
8192/480, grande sorpresa.
Febbraio 2008 - Richiesta Downgrade 640 a causa di linea instabile - Datarate portante 800/320: tornano i conti. Siamo in ADD.
Dicembre 2008 - Richiesta Upgrade a 2Mbps - Datarate portante
2464/352kbps, snr 29.5/25.0 db, att 36.5/16.5 db
Novembre 2009 - Downgrade non richiesto - Datarate portante 800/320kbps, snr 39.5/28db, att 37/16.5db.

Wednesday, May 13, 2009

Ma che ha fatto realmente Intel?

Posizione dominante, rallentamento dell'innovazione, concorrenza sleale...se ne leggono tante sui giornali..ma alla fine di che stiamo parlando? Non capisco perchè non se ne parli chiaramente sui vari media.... o forse è troppo presto?

Secondo quanto riportato dalla nota dell'Unione Europea:

  • Da Dicembre 2002 a Dicembre 2005 Intel ha dato dei rimborsi al produttore A a condizione che acquistasse esclusivamente CPU Intel
  • Da Novembre 2002 a Dicembre 2005 Intel ha dato dei rimborsi al produttore B a condizione che acquistasse da Intel non meno del 95% delle CPU per la propria linea di computer desktop (il restante 5% poteva essere acquistato presso il rivale AMD, ma a determinate condizioni, spiegate nella nota di cui sopra).
  • Da Ottobre 2002 a Novembre 2005 Intel ha dato dei rimborsi al produttore C a condizione che acquistasse da Intel non meno dell'80% delle CPU per le proprie linee di computer desktop e portatili.
  • Nel 2007 Intel ha dato dei rimborsi al produttore D a condizione che acqustistasse da Intel la totalità delle CPU destinate ai portatili.
  • Da Ottobre 2002 a Dicembre 2007 Intel ha pagato la catena Media Saturn Holding su condizione che vendesse solo PC basati su processori Intel in tutti i paesi in cui la catena fosse presente.

... insomma uno potrebbe chiedersi come mai HyperTransport non abbia sfondato realmente e abbiamo dovuto aspettare quasi 10 anni per avere Core i7 con QPI.