Monday, September 15, 2014

Buone nuove da Israele

Unità 8200 (Foto: Red Storm Rising)
Di qualche giorno fa una notizia che mi ha fatto riflettere, e che dovrebbe far riflettere tutti coloro che sostengono l'una o l'altra causa...a mio avviso dovrebbe fa riflettere tutti. 

L'11 settembre è stata divulgata una lettera scritta dai veterani dell'Unità 8200 dell'esercito israeliano. L'Unità 8200 è un gruppo di riservisti, specializzati in operazioni di intelligence, non sono militari come siamo abituati ad immaginarli. Si tratta di professionisti nei settori delle telecomunicazioni, esperti informatici, esperti in data encryption: i migliori esperti che Israele possa vantare nel campo. Non credo di commettere alcun errore se faccio un paragone tra l'Unità 8200 e l'NSA americana.

A causa della chiarezza di quanto scrivono i veterani, credo sia inutile sintetizzare. Questa la mia traduzione in italiano:


Noi sottoscritti, veterani dell'Unità 8200, riservisti in servizio e non, dichiariamo che ci rifiutiamo di prendere parte ad attività contro i palestinesi e ci rifiutano di partecipare o di essere d'aiuto all'inasprimento del regime militare nei Territori Occupati. 

C'è una visione che il servizio nell'intelligence dell'IDF [Esercito Israeliano] è privo di problemi morali e contribuisce solo a prevenire la violenza e danni agli innocenti. Tuttavia, durante il servizio militare, abbiamo appreso che l'intelligence è una parte inseparabile dal governo militare nei Territori. La popolazione palestinese, che vive sotto un regime militare, è completamente esposta allo spionaggio e alla sorveglianza da parte dei servizi segreti israeliani. A differenza dei cittadini israeliani e di quelli di altre nazioni, non vi è nessun controllo sui metodi di raccolta, monitoraggio o uso delle informazioni di intelligence relative ai palestinesi, sia che essi siano coinvolti in atti di violenza o no. Le informazioni raccolte danneggiano gli innocenti e vengono utilizzate per la persecuzione politica e la creazione di divisioni all'interno della società palestinese attraverso il reclutamento di collaboratori creando conflitti all'interno della società palestinese stessa. In molti casi, l'intelligence si interpone alla giustizia nei tribunali militari, impedendo agli imputati prendere visione delle prove contro di essi. L'intelligence consente il proseguirsi del governo su milioni di persone, un'autorità molto profonda e che penetra in ogni aspetto della vita quotidiana. Tutto ciò impedisce una vita normale e innesca ulteriori violenze, aumentando sempre più le distanze ogni volta che termina un conflitto. 

Milioni di palestinesi hanno vissuto sotto il governo militare israeliano per 47 anni. Questo governo nega i loro diritti fondamentali e espropria le loro terre a favore degli ebrei, che sono soggetti ad una diversa polizia, sistema giuridico e giudiziario. Tale realtà non fa parte del compito dello Stato di difendersi, ma é piuttosto il risultato di una scelta. Ampliare gli insediamenti non ha nulla a che fare con l'autodifesa. Così come neppure la limitazione [per i Palestinesi] a costruire, lo sviluppo e lo sfruttamento economico della Cisgiordania, o la punizione collettiva dei residenti di Gaza, o il percorso del Muro di Separazione. 


Alla luce di questo, siamo giunti alla conclusione che noi che abbiamo servito nell'Unità 8200 abbiamo la responsabilità di questa situazione e la responsabilità di agire. Le nostre coscienze non ci permettono di continuare a servire questo sistema, che danneggia i diritti di milioni di esseri umani. Pertanto quelli tra noi che sono riservisti dichiarano che ci rifiuteremo di prendere parte alle operazioni contro i palestinesi. Facciamo appello a funzionari dell'intelligence, attuali e futuri, e a tutti i cittadini israeliani, per far sentire la loro voce contro queste ingiustizie e di agire per porne fine. Noi crediamo che da questo dipenda il futuro di Israele.

Leggere una dichiarazione di questo genere, da professionisti di un certo peso che sanno perfettamente cio' che dicono, credono nella propria nazione e mettono le proprie competenze al servizio del proprio paese, fa un effetto largamente maggiore rispetto a chi dice le stesse cose ma da attivista palestinese o peggio anti-sionista.

Sono più che sicuro che una notizia del genere, nel gergo giornalistico, "non fa notizia", ma nelle menti di milioni di persone che vogliono la pace e che cercano la giustizia, leggere una lettera di questo genera sia molto più di una "notizia" ma una conferma che le coscienze si stanno svegliando e che la direzione è ben diversa da quella che i capi di governo di Israele (e gli Stati Uniti, con le Nazioni Unite) hanno scelto.

Monday, December 16, 2013

L’Italia abbandona il mercato unico europeo

Foto: answermethis
Questo l’emendamento alla legge di stabilità che introduce la cosiddetta Google Tax:“I soggetti passivi che intendano acquistare servizi on line sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media ed operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita iva italiana. Gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (altrimenti detti servizi di search advertising), visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito o la fruizione di un servizio on line attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti (editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario) titolari di partita iva italiana. La disposizione si applica anche nel caso in cui l'operazione di compravendita sia stata effettuata mediante centri media, operatori terzi e soggetti inserzionisti" (Fonte L’Huffington Post).

Tradotto in italiano: “Qualunque impresa Italiana è obbligata ad acquistare esclusivamente in Italia qualsiasi tipo di servizio di pubblicità online”.

In giro si parla tanto del fatto che i colossi saranno costretti ad aprire una partita IVA in Italia, ma l’emendamento dice ben altro: nell’ambito della pubblicità online, lo stato Italiano intende violare gli accordi sul mercato unico europeo con una norma coercitiva rispetto ai propri cittadini ed alle proprie imprese, impedendo di fatto di accedere al mercato unico, ma imponendo l’acquisto di servizi in Italia.

Perché tutto questo? Perché vogliono che Google/Facebook paghino le tasse in Italia. Ma di quali tasse parliamo?

Sicuramente non dell’IVA, visto che le fatture che emettono queste imprese sono in regime di Reverse Charge, e quindi l’impresa italiana si occupa di versare allo stato Italiano l’IVA dovuta.

Probabilmente vogliono che paghino l’IRPEF, e quindi l’imposta sui guadagni… ma a questo punto ci si chiede: e perché la pubblicità online si e le patatine no? Perché non imporre a tutti i settori merceologici questa norma: sono vietate le importazioni in Italia, punto!

Un'altra cosa che mi preoccupa è quello che comporta questa norma: immaginiamo che Facebook apra una partita IVA a Milano (magari scoprono che possono aprirla a Campione d’Italia e raggirano il problema), la domanda sorge spontanea, da chi compreranno i servizi che poi rivendono in Italia? Essi stessi sarebbero un’impresa italiana, e, secondo la legge, non sarebbero autorizzati ad acquistare servizi di pubblicità, se non in Italia. Come dovrà organizzarsi Facebook Italia S.r.l. per poter erogare i propri servizi quando scopre che non li può acquistare dalla controllante Facebook americana? Secondo voi verranno ad aprire una server farm nel nostro paese e sposteranno tutte le loro operazioni qui, no, altrimenti come fanno a generare la pubblicità vogliono rivendere e che non possono comprare fuori dai nostri confini?

Leggo, inoltre che ogni pagamento deve essere effettuato obbligatoriamente con Bonifico bancario o postale! Ma questi legislatori lo sanno che il grosso della pubblicità online viene già pagato con carta di credito (ampiamente tracciabile)? Ma cosa credono che gli italiani che acquistano pubblicità da Facebook vanno in Irlanda a portare valigie di soldi in contanti a Facebook?

Insomma, secondo me questo è il solito pasticcio Italiano!

Dopodomani riceveremo un bel multone dall'Unione Europea, che facciamo lo rigiriamo direttamente alla commissione Bilancio della Camera? Mi raccomando, da pagare tassativamente a mezzo Bonifico bancario.


Saturday, February 23, 2013

Il post di un giorno


Oggi il silenzio elettorale, una buona idea ma sicuramente normata da una legge che ha fatto il suo tempo (La legge n.212 del 4 aprile 1956… millenovecento cinquantasei).

Foto: prlog
L'articolo 9 intima: "Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda."

Il legalese, come al solito per una legge italiana, è a tratti sibillino letto nella società attuale. I punti sui quali voglio porre l'accento sono:
 - cosa si intende per "riunione di propaganda elettorale diretta o indiretta in luoghi pubblici o aperti al pubblico"?
 - "la nuova affissione di stampati, giornali murali.."

Non entro nel merito dello spirito della legge, che in realtà è tutto sommato condivisibile: il giorno prima delle elezioni lasciatemi in pace, ho bisogno di pensare.

La mia perplessità riguarda invece il ruolo dei nuovi media, dei nuovi tipi "stampati, giornali murali…", in relazione allo spirito della legge. Per capire a cosa io mi riferisca basta aprire il proprio Google+, Facebook, o Twitter. E' altamente probabile che appaia qualche faccia con questo o quel simbolo elettorale, o qualcuno che continua a dire noi faremo questo, loro non hanno fatto quello… insomma, la campagna elettorale.

Anche lasciando perdere i social network, su di un sito web di un candidato o di un partito politico (luogo, seppur virtuale, ma aperto al pubblico) si dovrebbe vietare la pubblicazione di nuove notizie da 24 ore prima delle elezioni fino al termine delle consultazioni?

Interessante esercizio concettuale e tecnico-legale… in un paese che deve cambiare metodo: a mio avviso le leggi dovrebbero emanare solo indicazioni, obblighi o divieti in termini di linee guida e, appunto, di "spirito" e fermarsi lì. Tutto il resto andrebbe realizzato con regolamenti attuativi tenuti in continuo aggiornamento.

Saturday, November 12, 2011

Potere al popolo...

...senza ricorrere alle elezioni.

Giornate memorabili per il mondo intero, protagonista l'Italia e gli Italiani.

Se veramente si vuole restituire il potere ai cittadini non servono le elezioni, è sufficiente la trasparenza, Gorbačëv insegna.

Basterebbe infatti una ventata di apertura e trasparenza da parte dei vecchi e dei nuovi protagonisti della politica di questo paese: il presidente Napolitano, Monti, i rappresentanti di partito dovrebbero svolgere le consultazioni di queste e delle prossime ore non a porte chiuse, ma sotto gli occhi di tutti i cittadini.

Registrate e trasmettete su podcast, per radio, sui giornali, dove vi pare, ma fateci sapere quello che vi dite in quelle stanze.

Visto che abbiamo perso la fiducia in voi, nostri rappresentanti, ascoltare le vostre parole in questi momenti cruciali per il nostro paese, ci aiuterà a capire se siete degni o no della carica che vi abbiamo conferito.

Basta con gli accordi di palazzo, scambi di favori, lottizzazioni, scelte parziali e faziose. Vogliamo sapere cosa vi dite e quali criteri state usando per salvare il paese. I tempi delle decisioni "condivise fra pochi" sono finiti.

Mi rendo conto che è una richiesta folle, ma io la faccio ugualmente!

Wednesday, August 03, 2011

Firefox memory hogging observations


Yesterday my Mac Pro was acting like a whale, then I noticed Firefox consuming more than 5GB of resident size... I thought that after all Netscape Communicator age was just a few years ago ;-)

Well..today I kept an eye over Activity Monitor and got a rare view of numerics regarding vsize: in some rare occasions it showed like Firefox was allocating 16EB of virtual memory! Wow, sixteen exabytes: 16 million terabytes :-) Kudos to malloc(3)!

Friday, July 08, 2011

Bonus Idrocarburi Basilicata

Ed ecco che arriva il Bonus Idrocarburi in Basilicata. In questo post non entro nel merito della moralità, dignità o corretezza politica di quest'operazione, speculazioni che rinvio in separata sede.

Mi piace osservare però alcuni dettagli.

Innanzi tutto di cosa si tratta? E' semplice: le compagnie petrolifere estraggono idrocarburi dal nostro sottosuolo (quello di tutti i cittadini), ma per farlo sono obbligate a pagare un'imposta allo Stato che gli riconosce la concessione (una royalty).

Lo Stato utilizza i proventi dall'estrazione del petrolio nella maniera più opportuna e sicuramente per il bene comune (tutti i cittadini e l'ambiente in cui viviamo). Uno di questi è redistribuire questi soldi ai cittadini residenti nelle regioni dove si effettua l'estrazione del petrolio.

In Basilicata si è scelto di:
  • Restituire circa €90/anno solo ai cittadini muniti di patente di guida
  • Restituire questi €90/anno solo a patto che questi soldi vengano spesi per acquistare carburante
  • Delegare la gestione della restituzione esclusivamente a Poste Italiane
  • Scegliere che il denaro transiti esclusivamente attraverso il circuito MasterCard
Probabilmente sono solo dei dettagli, ma sicuramente rappresentano ottimi spunti di riflessione.

P.S.
  • il dato demografico: in Basilicata siamo in 587680 residenti
  • il dato economico: le royalties da ripartire in Basilicata ammontano a € 32.929.972,00 (quasi trentatre milioni di euro)
  • il dato aritmetico: se l'amministrazione statale avesse voluto distribuire questi soldi a tutti i cittadini residenti, essi avrebbero beneficiato di € 56 pro capite...a netto delle "spese di gestione"
  • l'altro dato aritmetico (più complicato): ammettiamo che le "spese di gestione" ammontino ad un buon 10% (3.2 milioni di euro), in Basilicata dovrebbero esserci 329mila patentati residenti...

Friday, March 18, 2011

Tokyo senza corrente

Dai notiziari si apprende che in seguito alla catastrofe dell'11 Marzo, a Tokyo, si continua a razionare l'energia elettrica anche se è passata una settimana dall'evento.

Come mai? La centrale di Fukushima, lontana ben 260km, produceva così tanta energia elettrica, che il suo spegnimento mette in crisi tutta la rete elettrica Giapponese? Perché non si può immettere energia elettrica nella rete producendone di più da altre centrali sparse sul territorio nazionale?

La risposta è veramente sorprendente: non è del tutto possibile perché il Giappone non ha un'unica rete elettrica.

Tutto cominciò nel 1885 quando la Tokyo Electric Light Co. comprò i suoi generatori elettrici dalla tedesca AEG, che producevano corrente a 50Hz (lo standard europeo). Più' o meno nello stesso periodo l'azienda concorrente, Osaka Electric Lamp, acquistò generatori elettrici dalla statunitense General Electric, che invece producevano corrente a 60HZ (lo standard americano). E come cominciò, così è rimasto fino ad oggi.

Con il passare degli anni infatti è accaduto che il Giappone si è standardizzato su due sistemi elettrici: quello di Tokyo e dell'Est del Giappone con il sistema europeo a 50Hz, quello del resto della nazione con lo standard americano a 60Hz.

La cosa interessante è che le due reti reti sono connesse e l'area di Tokyo prende energia dal resto del Giappone, ma le centrali di adattamento della frequenza hanno una capacità totale di 1Gigawatt. Tenendo conto che la centrale di Fukushima produceva 9.7Gigawatt si comprende perché a Tokyo l'energia è razionata.

Questo è un esempio di cosa può comportare la scelta di non adottare uno standard in tema di infrastrutture critiche.

Fonte: ITWorld

Saturday, September 04, 2010

Il Seminario Il Futuro è DOP!


Questa mattina ho partecipato da spettatore al Seminario "Il Futuro è DOP!", in cui si è discusso sul futuro non solo del Pecorino di Filiano, ma più ampiamente del presente e del futuro del settore agricolo e zootecnico lucano.

Il seminario è stato caratterizzato da interventi molto critici, ma costruttivi da buona parte dei relatori. Si ha inizio con il saluto di Stefano Genovese, Direttore del Consorzio per la Tutela del Pecorio di Filiano che introduce il tema dell'Agropirateria, e di Giuseppe Nella, Sindaco di Filiano, che sottolinea il problema dell'esigua quantità di Pecorino prodotto nell'areale, circa 45quintali/anno.

Luigi Zucale, Presidente del Consorzio del Pecorino di Filiano, decreta la morte della zootecnia in basilicata e lamenta la mancanza del ricambio generazionale nelle aziende zootecniche, in parte causato da una mancanza di spinta dal basso, dalle amministrazioni comunali. Le imprese hanno difficoltà oggettive a pagare l'acqua, l'elettricità, oltre a ricevere con pesanti ritardi il pagamento del latte fornito. Si richiede al governo regionale delle leggi strumentali, per consentire lo sviluppo delle imprese.

Il Dott. Domenico Romaniello, Commissario Straordinario dell'ALSA, sottolinea la difficoltà a mantenere prezzi di mercato, dettati dal predominio della grande distribuzione. Altro problema da risolvere è l'assistenzialismo che è stato fatto da sempre nei confronti delle imprese, senza però istituire un osservatorio che possa essere il punto di partenza per una corretta programmazione. Da superare anche i problemi di burocrazia e lentezza amministrativa in risposta alle richieste di aiuto da parte delle imprese.

Interviene dal pubblico il Direttore della Coldiretti Giuseppe Brillante, che sottolinea che nonostante il settore agroalimentare Made in Italy all'estero sia valutato sui 60miliardi di Euro, la grande maggioranza di tale prodotto usa materie prime non sempre provenientei dall'Italia.

Il Dott. Vincenzo Folino lancia una provocazione: se le materie prime fossero tutte italiane i prezzi sarebbero competitivi?

Brillante, continuando nel suo intervento, sostiene che i prezzi dovrebbero seguire le politiche e le logiche del mercato, e conferma che la bassa qualità dei prodotti cosiddetti "italiani" nuoce proprio al mercato "Made in Italy". E' necessario avere più potere contrattuale, ed uno degli strumenti che potrebbero aiutare in tal senso è poter utilizzare i Progetti Integrati di Filiera (PIF) di prossimità.

A seguire interviene Donato Di Stefano, presidente della CIA, che pone l'accento sulla necessità di razionalizzare gli enti, di definire dei ruoli, e pianificare prendendo una direzione decisa. Si richiede una vera politica agroalimentare regionale, e si sottolinea che gli interlocutori sono la Regione e l'Unione Europea. In questo senso bisogna valorizzare l'agricoltura, l'ambiente ed il territorio. Di Stefano affronta inoltre la questione della sicurezza alimentare, della tracciabilità e del valore aggiunto che devono avere i prodotti locali; in tal senso è importante che sia introdotto un divieto di utilizzare nomi che richiamino il territorio qualora il prodotto non sia derivato da materie prime del territorio stesso.

Interviene un produttore, Giovanni Samela di Frusci, che conferma, con la propria esperienza, il fatto che sul mercato, soprattutto estero, ci si confronta con prodotti a detta dell'etichetta "italiani" o "lucani" ma che sono fatti con latte nè lucano, nè italiano. Samela termina il suo intervento riportando una dura critica al dipartimento dell'agricoltura della Regione, che negli anni si è visto svuotato dell'esperienza degli agronomi perdendo il contatto diretto con la realtà dell'agricoltura stessa, ma che si sta orientando più verso il settore legale e burocratico.

La parola viene data al Dott. Giannino Romaniello, Presidente della III Commissione del Consiglio Regionale, il quale spiega che il problema della mancanza di interesse dei giovani nell'agricoltura e nella zootecnia è dovuto alla sostanziale difficoltà di produrre reddito al pari di altre tipologie di attività. Si ritiene necessario incrementare il sistema di relazioni tra l'economia e la politica, favorire la partecipazione delle parti sociali. Parte della soluzione dovrà passare attraverso la razionalizzazione delle risorse, mettere mano agli enti inutili. E' necessario avviare questo processo mettendo in comunicazione la Commissione direttamente con i singoli settori e le parti ed i soggetti interessati.

Il Presidente del Consiglio Regionale Dott. Vincenzo Folino termina con un resoconto sulla politica Europea e di quanto l'Italia può fare in seno all'Unione. La crisi di questi anni ha colpito tutti, ed in particolare il settore agricolo. Segue una breve analisi della situazione dell'agricoltura in Basilicata, nei vari settori dell'ortofrutta, dei vini, dell'olio e dei prodotti lattiero caseari. Il Presidente lamenta una mancanza di politica interdipartimentale e l'esigenza di sburocratizzare, confermando la necessità di razionalizzare la presenza degli enti ed una maggiore integrazione con le associazioni di categoria. Termina l'intervento con un invito diretto al Consorzio di farsi promotore di inziative che possano aiutare lo sviluppo e migliorare le condizioni delle imprese del settore.

Al termine del seminario, dopo una breve, ma decisa chiusura di Luigi Zucale, le interviste di TG3 e degli altri mezzi di stampa, il Consorzio per la Tutela del Pecorino di Filiano ha invitato relatori e partecipanti ad assaporare un delizioso primo piatto, ed un secondo a base di Pecorino di Filiano e salame locale, in uno stand dell'Unione Regionale dei Cuochi Lucani, accompagnato dalla degustazione dei vini delle Cantine Nolè 1912.

Rocco Lucia

Monday, August 30, 2010

Iscalunga, il Palazzo Corbo e il Regno delle Due Sicilie


Sfogliando il quinto volume degli Atti della Reale Accademia delle Scienze della Società Reale Borbonica, pubblicato a Napoli nel 1843, mi sono imbattuto in una interessante descrizione di Iscalunga e del podere che la circondava. Si tratta del rapporto di una "peregrinazione" dei soci ordinari dell'Accademia, i Signori M. Tenore e G. Gussone, datato 14 Luglio 1840.

Tanti sono gli spunti di riflessione e di insegnamento che ci dà questa lettura. Non va trascurata la punta di orgoglio che ci infonde tale documento, quali abitanti di questa piccola frazione, il cui storico Palazzo non vede, a mio avviso, la giusta collocazione funzionale che merita.


Iscalunga, terreni vulcanici ed argillosi nella valle di Agromonte
"Il primo tratto di strada che ne traversa la valle di Atella, perchè da noi già battuto nel primo viaggio a Rionero non poteva intrattenerci altrimenti; procedevamo quindi a percorrerne la contigua valle di Agromonte che ne menava alla contrada d'Iscalunga, dove avevamo fermato intrattenerci.
Il cammino poco discostasi dal letto del torrente, lunghesso il quale confusamente frammiste ed ammucchiate vi si scorgono le vulcaniche sostanze che vi si propagano dalla regione vultorina, e le calcari che si riferiscono agli Appennini che ne contornano l'intera vallata. I bassi colli e tutto il terreno coltivabile è in gran parte argilloso, donde quel tratto di paese prende il nome: dapoichè ischie diconsi generalmente nel nostro regno tutt'i luoghi che ne presentano analoghe geoponiche condizioni."
Avvicinandosi da Rionero, gli esploratori attraversano la Valle di Vitalba, e osservano e descrivono la conformazione del territorio, seguendo la Fiumara di Atella, riscontrando depositi di natura vulcanica e terreni argillosi. Ne avevo sentite tante sull'origine del nome Iscalunga, ma questa ipotesi sulle "ischie" associate a terreni argillosi devo dire che mi convince...

Il Palazzo Corbo, esempio modello di grandezza e modernità
"L'oggetto della breve dimora prefissaci in Iscalunga, ne formavano le vaste tenute che vi possiede la casa Corbo di Avigliano, a centro delle quali ergesi vistoso edifizio fattovi costruire di recente, emulo in magnificenza ai più rinomati castelli del medio evo. Se non che, laddove quelli antichi fabbricati ricinti miravansi di parchi e di giardini, ad unico sfoggio di fasto e di grandezza, quello d'Iscalunga trovasi circondato di utili industrie, che compagno lo rendono delle moderne più importanti rurali istituzioni."
Questa è una delle descrizioni più rare del Palazzo Corbo, una dimora modello, esempio di grandezza e modernità...è infatti stupendo il paragone con i castelli medievali.


Le coltivazioni nella zona di Iscalunga
"Col favore della dolcezza del clima e della moderata temperie che vi regna nell'inverno, stante la felice meridionale esposizione, e gli alti monti che li difendono dal borea, non vi è genere di grande coltura che que'solerti ed intelligenti padroni non abbiano in quei campi introdotti. Ivi ogni specie di cereali, di civaje, di erbe tigliose, di prati sativi, con benintesi avvicendamenti prosperi ed ubertosi ricolti provvedono. Ivi estese piantagioni di gelsi, e di alberi di alto fusto per alimentarne le più proficue industrie."
Terreno fertile, adatto ad ogni tipo di coltivazione, i gelsi, che ormai sono rimasti soltanto sulla ex S.S. 93, e gli alberi di alto fusto che ritroviamo in parte nel bosco della Pennara.

Le migliori razze di buoi e cavalli di grande pregio
"Ivi numerose gregge vengono a stanziare nell'invernale stagione, a sussidiarne le colture medesime dalle quali traggono nutrimento. Primeggiano tra queste le mandrie bovine che sono riputate della più bella specie di tutto il regno; vengono dappresso le razze di cavalli di pregio non ordinario, e così ne conseguitano quelle de' più minuti bestiami."
Questo è un dettaglio che non conoscevo: dalle nostre parti si sostiene vi fossero le migliori razze di buoi di tutto il Regno delle Due Sicilie... beh dobbiamo ammettere quindi che la Sagra del Vitello di Inforchia non è per nulla fuori luogo, anzi, si celebra l'eredità di un nobile e prospero passato. Onore anche ai Cavalli, che ritroviamo ancora oggi negli allevamenti e soprattutto nelle strutture agrituristiche della zona.

Il rapporto tra i Corbo e i coloni
"Al prospero andamento di quel vero potere modello, tutte le loro cure ne prodigano l'erudito e generoso Nicola, ed il suo amato zio Giulio, di specchiati costumi e di nobile cortesia entrambi modelli onorevolissimi, che al benessere intendono delle numerose famiglie di coloni e mandriani, de' quali sono più che i signori gli amici, e ricambiati ne vengono della più affettuosa devozione."
Si racconta in effetti che i Signori Corbo, fossero dei veri gentiluomini, onesti e amici dei propri lavoratori. Credo di averlo letto in un libro di Don. Antonino Pace, ed inoltre ne parlava sempre la buonanima di mio Zio Donato.

Le misurazioni barometriche
"Nulla omettendo di ciò che poteva interessarci nella breve dimora fatta ad Iscalunga, non mancammo di ripetervi bcnanco le nostre barometriche osservazioni, por le quali raccogliamo non più elevarsi che di piedi 1575."

Prima di andare via, misurano l'altitudine sul livello del mare di 480m.



Per chi fosse interessato, è possibile reperire il libro in formato digitale su Google Books.

Tuesday, April 06, 2010

Nuovi MacBook con processori Core i3, i5 e i7 (forse)

Secondo il sito taiwanese Apple Daily, nel mese di Aprile vedremo un aggiornamento della linea dei portatili Apple. Pare che i MacBook e i MacBook Pro verranno equipaggiati con i nuovi processori Intel Core i3, i5 e i7. Nel report si vocifera anche del fatto che i MacBook e MacBook Pro dovrebbero essere equipaggiati con HDD da 640GB o SSD da 250GB. Quanto al MacBook Air, dovrebbe ricevere un aggiornamento della CPU Intel ULV...chissà se ripiegheranno su un i3 Arrendale, o se adotteranno la versione l'i5.

Mah, visto che è da Giugno scorso che non aggiornano il MacBook Pro, e sembra ci siano i saldi di stagione, può anche darsi che la notizia sia fondata.