Friday, July 20, 2018

Legge Fondamentale: Israele - Lo stato-nazione del popolo Ebraico

La Bandiera dello Stato di Israele
Questa è la legge promulgata dalla sessione del Knesset (il parlamento Israeliano) nella notte tra Mercoledi' 18 Luglio 2018 e Giovedi' 19 Luglio 2018. La legge è stata approvata


1. Lo Stato di Israele

a) Israele è la patria storica del popolo Ebraico nel quale lo stato di Israele è stato fondato
b) Lo stato di Israele è lo stato-nazione del popolo Ebraico, in cui si realizza il suo diritto naturale, religioso e storico per l'autodeterminazione
c) La realizzazione del diritto di autodeterminazione nazionale nello stato di Israele è unica per il popolo Ebraico.

2. Simboli nazionali dello Stato di Israele

a) Il nome dello stato è Israele
b) La bandiera dello stato è bianca, due linee celesti vicino ai bordi, e una Stella di Davide celeste al centro.
c) Il simbolo dello stato è la Menorah a sette bracci, foglie d'oliva su entrambi i lati, con sotto la parola Israele
d) L'inno nazionale dello stato è "Hatikvah"
e) [Ulteriori] dettagli circa i simboli dello stato saranno determinati dalla legge.

3. Gerusalemme unificata e completa è la capitale di Israele


4. La Lingua dello Stato di Israele

a) La Lingua Ebraica è la lingua ufficiale
b) La lingua Araba ha uno status speciale nello stato; l'uso della lingua Araba nelle istituzioni dello stato o quando si comunica con esse verrà regolamentato dalla legge.
c) Questa clausola non modifica lo stato dato alla lingua Araba prima che la legge fondamentale è stata promulgata

5. Lo stato sarà aperto all'immigrazione Ebraica e per accogliere gli esuli.


6. La Diaspora

a) Lo stato si prodigherà per assicurare la sicurezza dei figli del popolo Ebraico e dei suoi cittadini che sono in difficoltà o in ostaggio a causa del loro essere Ebrei o della loro cittadinanza.
b) Lo stato agirà per preservare l'eredità storica, culturale e religiosa del popolo Ebraico nella Diaspora.

7. Lo stato considera gli insediamenti Ebraici come un valore nazionale e si prodigherà per incoraggiare e promuoverne l'istituzione e lo sviluppo.


8. Il calendario Ebraico è il calendario ufficiale ed assieme a questo, il calendario secolare servirà anche come calendario ufficiale. L'uso del calendario Ebraico e del calendario secolare verrà determinato per legge.


9. Festività Nazionali

a) Il Giorno dell'Indipendenza è la festa nazionale dello stato
b) Il Giorno della Memoria per coloro che sono caduti nelle guerre di Israele, e il Giorno della Memoria per l'Olocausto e l'eroismo sono giorni della memoria ufficiali dello stato

10. Il Sabato e le Festività Ebraiche sono giorni di riposo ufficiale nello stato. Coloro che non sono Ebrei hanno il diritto di onorare i propri giorni di riposo e le proprie festività. Dettagli concernenti questi argomenti verranno determinati dalla legge.


11. Questa Legge Fondamentale potrà essere modificata solo da una Legge Fondamentale che abbia ottenuto l'approvazione della maggioranza dei membri del Knesset.


Tradotto dalla pagina https://www.jpost.com/Israel-News/Read-the-full-Jewish-Nation-State-Law-562923 consultata in data 20 Luglio 2018

Friday, December 16, 2016

Parafrasi di un post di Beppe Grillo

Qualche giorno fa, con la crisi di governo in corso, e le consultazioni prima del Presidente e poi di Gentiloni, mi sono chiesto cosa ne pensasse il Movimento 5 Stelle, e quale migliore fonte se non quella del Blog di Beppe Grillo. Apro il sito e trovo questo post: http://www.beppegrillo.it/2016/12/un_flashmob_per_la_democrazia.html

Appena ho cominciato a leggerlo ho trovato un'estrema difficoltà a comprenderlo, probabilmente perché non sono abituato al linguaggio usato da Grillo. Immagino che molti italiani siano nella mia stessa condizione, così tento di darne la mia interpretazione.

Il post ha come titolo "Un flashmob per la democrazia", che non richiede grossi sforzi di interpretazione: un flashmob, come molti sanno, è un assembramento di persone fatta spesso all'ultimo momento, senza carattere di lunga premeditazione, senza grossa organizzazione, e spontanea, la cui ragione è quella di manifestare o compiere azioni mirate. Il raduno in genere si dissolve altrettanto rapidamente. Il titolo indica dunque che l'idea è di organizzare questa mobilitazione per la democrazia.

"Queste che vanno avanti in queste ore non sono consultazioni, ma un'invasione degli ultracorpi: potrebbero anche non finire mai i primi ministri già pronti nel paradiso sotterraneo delle banche. Noi abbiamo deciso di non partecipare a questa sceneggiata."

Parafrasi:
"Non sono d'accordo su ciò che sta facendo il Presidente della Repubblica: non so dare delle ragioni sensate, e quindi preferisco offendere l'operato di chiunque la pensi diversamente da me, accusandoli di essere al soldo dei banchieri. Non partecipiamo a questo evento istituzionale."

Analisi:
Cercando di entrare nel merito dell'insulto, è interessante l'uso dell'accostamento con gli Ultracorpi: personaggi di un film degli anni '50, extraterrestri che, durante il sonno, sostituiscono gli esseri umani con esseri privi di sentimenti. Altrettanto interessante è comunicare ai propri lettori il messaggio che le consultazioni siano una sceneggiata e non un momento istituzionale di grande importanza per il paese e per l'esercizio della democrazia. Altrettanto interessante è il riferimento ai banchieri che secondo l'autore manovrano le nostre istituzioni democratiche, affermazione priva di senso ma che fa molta presa su un determinato target di persone, in sintonia con le incessanti accuse mosse negli ultimi anni dal M5S a Maria Elena Boschi.


"Non importa quali e quanti avatar usa e getta potranno occupare la posizione di primi ministri attraverso manovre di palazzo; ciò che a noi importa è la sovranità popolare che vogliamo difendere. Il palazzo non vuole prendere atto del no di 20 milioni di italiani e quindi noi da quel palazzo siamo pronti a uscire per andare ad ascoltare le ragioni dei cittadini, di quelle dei partiti non ci interessa nulla."

Parafrasi:
  "Secondo me questa legislatura continuerà fino alla fine naturale, e ci potrebbero essere altri governi oltre a questo, ma a me non importa molto; ciò che noi vogliamo difendere è la sovranità popolare. Il rispetto delle norme costituzionali di questa Repubblica impedisce al Capo dello Stato la facoltà di sciogliere le camere perché 20 milioni di elettori hanno scelto di non cambiare la Costituzione, e quindi noi siamo pronti a continuare a fare quello che abbiamo sempre detto di fare, ovvero ascoltare i cittadini. Non ci interessa ascoltare ciò che dicono i partiti [n.d.r. seppure i propri rappresentanti in parlamento siano stati democraticamente eletti dal popolo, e nonostante ne siano portavoce]."

Analisi:
Qui entra in gioco l'uso del grassetto, il cui scopo è quello di cominciare a dare dei suggerimenti ai propri lettori su quali termini utilizzare come tam-tam sociale e mediatico. Ed infatti abbiamo ascoltato tutti in TV le dichiarazioni del vicepresidente della Camera indicare Gentiloni come "avatar" di Renzi. In questo passo, si continuano a dare imbeccate ai lettori: innanzi tutto etichettare il primo ministro come illegittimo (manovre di palazzo)."


"I parlamentari 5 Stelle usciranno da quella fabbrica di prestanome della democrazia e compariranno in una città del Paese. La voce del popolo inascoltato ci esorta a prendere fisicamente posizione al fianco degli italiani traditi."

Parafrasi:
"I portavoce (si, insomma, i parlamentari come li chiamate voi) 5 stelle, nonostante siano stati eletti per dare voce al popolo in parlamento, non si presenteranno in Parlamento, ma si recheranno da qualche altra parte. Coloro che hanno votato No al cambio della Costituzione, in realtà volevano cambiare altre cose, che l'iter Costituzionale e l'ordinamento delle leggi di questo stato non permette di fare, per cui noi andremo li' a dare loro man forte."


"Loro continuino con le loro consultazioni, con i loro riti tristi, triti e ritriti, con le loro sceneggiate. Continuino pure con la loro invasione di ultracorpi, noi compariremo in una piazza d'Italia e terremo lì una seduta parlamentare: sarà un Flash Mob per la Democrazia dove a parlare e ad essere ascoltati saranno i cittadini."

Parafrasi:
  "Gli altri rappresentanti del popolo, e le cariche istituzionali, continuino pure a fare il proprio dovere, seppure finto, noioso e ripetitivo. Noi, a scapito del mandato che ci è stato conferito dai nostri elettori, andremo in piazza e costituiremo una "seduta parlamentare", anzi meglio cosi': ci saranno solo quelli del nostro partito ["cittadini"], potremo deliberare senza opposizione e senza qualcuno che la pensi diversamente da noi."

Analisi:
  Credo che sia uno dei passi più infelici della storia del nostro paese: organizzare una seduta parlamentare fuori dal nostro Parlamento. Benché possa essere etichettata come una trovata populista, l'affermazione ha una forte valenza antidemocratica ed anticostituzionale proprio perché non solo si fa capire che non viene riconosciuto più il ruolo del parlamento, come luogo del dialogo e centro della discussione politica, ma addirittura lo si scavalca spostando il dialogo in altri luoghi sostituendolo.


"Entro il 24 gennaio organizzeremo una grande manifestazione per la dignità dei cittadini. Domani partirà il countdown. È ora di applicare l'articolo 1 della Costituzione che abbiamo difeso: la sovranità appartiene al popolo!"

In questo ultimo paragrafo il blog deve essere il più cristallino possibile, visto che si tratta di dare istruzioni ben chiare, ed infatti non serve alcuna parafrasi. Dopo aver informato sulla manifestazione, l'autore, con una tecnica che spesso viene usata dai 5 stelle, cerca un endorsement a quanto propone di fare, "dare dignità ai cittadini" facendoli parlare ed ascoltandoli (come si indica nel paragrafo precedente). A conclusione, per dare più peso all'invito si cita la difesa della seconda parte dell'articolo 1 della Costituzione, ovvero vengono usate le parole "sovranità" e "popolo" che trova tutti d'accordo.

Cosa ho imparato nel leggere ed approfondire quel post:

  1. il linguaggio di Grillo è pieno di enfasi, di doppi sensi, di cose dette e non dette
  2. si cerca di far passare il messaggio che gli organi istituzionali non siano legittimati ad esistere e quindi ad operare
  3. altro punto importante è l'idea che il popolo non sia stato ascoltato, e sia stato addirittura tradito (probabilmente dalle istituzioni o dai partiti, questo non è chiarissimo).
  4. il tono è irrimediabilmente tragico, crea un clima di sfiducia nelle istituzioni e in chi le rappresenta
  5. questo tono trasmette un (e catalizza il) grande malcontento e contribuisce a far aumentare la rabbia in chi evidentemente ha ben altri problemi

Insomma, potrei sbagliarmi in quanto non sono un attento analista delle dinamiche politiche e parlamentari di questo paese; se non altro ho provato a tradurre in parole sensate quelle che messe giù cosi' sembrano delle frasi senza senso o dettate da una facile demagogia... o magari... propaganda.

Questa la mia interpretazione.

Wednesday, March 23, 2016

Dike o Dike? InfoCamere? InfoCert? Aruba?

Barcamenarsi nella burocrazia italiana è palestra di vita. E come tale, infatti, bisogna imparare ad evitare trabocchetti, false informazioni, depistaggi più o meno voluti da parte dell'Apparato.

In questi giorni mi sono imbattuto nel problema della Firma Digitale, in particolare nel rinnovo della firma digitale.

Se non hai tempo di leggere puoi scorrere direttamente alle conclusioni.

TL;DR

Premetto che utilizzo questo portento della burocrazia italiana da oltre 10 anni: "acquistai" (e già questa per me è una stortura del sistema) una smartcard con a bordo il certificato per la Carta Nazionale dei Servizi e quello per la Firma Digitale (non entro nel merito delle motivazioni).

L'acquisto della meravigliosa e futuribile smartcard (parliamo del 2003 se non ricordo male) fu effettuato alla Camera di Commercio, che in quel periodo vendeva le card "bianche e blu" InfoCamere con certificati emessi da InfoCert.

Per tutto questo periodo ho sempre utilizzato Dike, i primi anni sull'emulatore Windows, ma negli ultimi 8 anni piu' o meno, la versione per Mac, ovvero DikeX...e da circa 2 mesi il portentoso Dike 6 free di InfoCert.

Problema: Certificato di firma digitale scaduto

Quest'anno, allo scadere della durata della firma (la CNS era scaduta da un pezzo ma non l'ho praticamente mai usata), cerco di rinnovare online i certificati InfoCert, ma pare che questa card non possa accettare il rinnovo e quindi sono costretto ad acquistare una nuova card.

Mi reco in Camera di Commercio, il cui gentile operatore emette una nuova smartcard (ISO CR-80), visto che inorridisco al solo pensiero di usare la versione token USB, e torno in ufficio a provarla (€25,00 di card + 3 ore di tempo tra andata, permanenza negli uffici e ritorno).

Stavolta la card Infocamere non è più "bianca e blu", ma "bianca e rossa": in effetti mi accorgo che sul dorso vi è riportata la dicitura ArubaPEC. Penso fra me e me: vabbè avranno migliorato la tecnologia ed affidato il contratto ad un nuovo fornitore più capace...a me che cambia? Nulla, basta che funziona.

Inserisco la Card, apro Dike 6, e con mia sorpresa il software riconosce solo il certificato CNS ma non il certificato di firma digitale: non posso firmare i documenti.

Aiuto sbagliato... a pagamento

Chiamo la Camera di Commercio, ed il gentile operatore mi consiglia di chiamare il 199 di assistenza clienti.

Sento l'assistenza clienti ed un operatore ancora più gentile mi spiega che le nuove card "bianche e rosse" non funzionano con Dike, ma bisogna utilizzare File Protector (€ 7,98 di telefonata, di cui poco meno di €7,00 di attesa in coda al centralino).

Soluzione proposta: pericolosa e senza successo

Perfetto, scarico File Protector dal sito di Infocamere, e comincio l'installazione, incontrando i seguenti problemi:

Il software proviene da uno sviluppatore sconosciuto. Per ovviare al problema disattivo il meccanismo di controllo della firma dei software installabili sul mio computer (se un bel giorno mi becco un trojan o chissà quale virus, saprò qual'è l'entità legale che riterrò responsabile).

"Il software non è compatibile con il sistema operativo (Mac OS X 10.11.3)" mi dice l'installer, procedo comunque, ma ottengo un errore.

Avvio File Protector, ma il sistema mi chiede di installare Java Legacy (1.6) di cui mi ero liberato da anni. Ok, dopodomani devo firmare gli Intrastat, figurarsi cosa mi importa di beccarmi un virus o di reinstallare Java che risale al 2006.

Installo Actalis File Protector (questo il nome completo del software), preparo il profilo, ed alla fine mi ritorna un errore indicandomi che il sistema non riconosce il lettore (un Minilector Bit4d).

Soluzione del trabocchetto

Richiamo l'199, e scopro una grande verità:
InfoCamere: "Signore, può provare ad usare Dike, sicuramente funzionerà".
Io: "Veramente il suo collega mi ha detto di lasciar perdere Dike, e usare File Protector"
InfoCamere: "Eh, no, deve scaricare Dike dal sito di InfoCamere, non Dike da InfoCert, quello non vede le carte bianche e rosse"
Io: "Non ho capito: ci sono due software di firma digitale con funzioni differenti, rilasciati da due imprese diverse che fanno cose diverse e ma condividono lo stesso nome?"
InfoCamere: "beh se la vuol mettere cosi' è come dice lei: il nostro Dike è compatibile anche con le carte Aruba, quello di InfoCert no. Lasci perdere Dike 6 di InfoCert, scarichi Dike 1.0 dal sito di Infocamere"
Io: "Ottima scelta quella del nome, è la maniera migliore per confondere le idee dei vostri clienti."

Chiudo la telefonata (un'altra decina di euro), scarico Dike 1.0 da InfoCamere, lo unzippo, scopro che ha la stessa icona di DikeX versione 5 di InfoCert, ma si chiama DikeXIC. Lo eseguo e funziona, il software riconosce lettore, card e certificati (sia CNS che Firma Digitale).

Dopodomani posso firmare gli intrastat. Dove posso ritirare il premio per avercela fatta?

Conclusioni

Ecco cosa mi sarebbe piaciuto trovare sulla pagina di download del software InfoCamere:
Il software Dike 1.0 scaricabile dal sito di InfoCamere è diverso dal software Dike utilizzato per le carte bianche/blu di InfoCert (ma vendute in passato da InfoCamere). Si informa, che benché i due software condividano il nome e l'icona, si tratta di due prodotti diversi e l'uno non sostituisce l'altro. Pertanto per le carte bianche/rosse di Aruba è necessario utilizzare Dike di InfoCamere e non Dike di InfoCert.

Inoltre, per gli utenti Mac, bisogna sapere che software Actalis File Protector non è compatibile con Mac OS X El Capitan (ma non lo era neppure con Yosemite), e se si vuole tentare di utilizzarlo, lo si fa a proprio rischio e pericolo, sottolineando che Actalis File Protector è stato scritto da uno sviluppatore non certificato Apple.



Monday, October 20, 2014

Gerusalemme occupata

Durante la notte di Domenica (ieri) nove famiglie ebree israeliane hanno preso il controllo di due edifici vuoti a Silwan, un quartiere palestinese a Gerusalemme Est. Secondo l'ONG Ir Amin, le famiglie si sono insediate in oltre 10 unità abitative divise su due edifici nel cuore di Silwan. Pare si siano mossi appoggiati dall'organizzazione di coloni Ateret Cohanim, con sede nel quartiere musulmano della Città Vecchia, organizzazione che sta lavorando per creare una maggioranza demografica ebraica a Gerusalemme Est.

La notizia riportata così in effetti potrebbe interessare poco a chichessia, in Italia ci sono decine di occupazioni, a volte legittime, a volte illegittime...a volte non sappiamo neppure se essere d'accordo o no. Quando, da noi, qualcuno occupa una casa, è sicuramente qualcuno che non ha dove stare, che non ha come pagarsi un affitto, e cerca trovare una soluzione per la propria famiglia.

A Gerusalemme Est non è sicuramente il caso. Dopo la fondazione dello stato di Israele, e la "spartizione" della terra, e soprattutto prima della guerra del 1967, le idee su quali dovessero essere i confini dei due stati, erano molto chiare, non per nulla le Nazioni Unite (compresa l'Unione Europea ed i propri stati membri) riconoscono quelli come confini ufficiali.

Gli anni passano, e Israele continua con l'occupazione (abusiva, illegittima, e spesso criminale) dei territori della Palestina, territori fra cui parte della città di Gerusalemme; una città speciale Gerusalemme, assegnata per metà a Israele (i quartieri ad Ovest) e per metà alla Palestina (i quartieri ad Est), città teatro di scontri, confronti, ingiustizie e soprattutto, come tutte le città di questo mondo, in costante mutamento dovuto all'incessante urbanizzazione.

Foto: Atef Safadi / EPA / Today.com
La parte Israeliana, più ricca, vede un'espansione senza precedenti, ed il territorio israeliano diventa sempre più stretto per i propri abitanti. Qual'è la politica di questo stato per risolvere il problema? L'occupazione. Lo spunto iniziale viene dato dalla necessità di sicurezza: il governo Israeliano ritiene che per poter vivere tranquillamente, è necessario che vi siano delle zone di sicurezza, potenzialmente non edificate, cosicché da potervi costruire degli avamposti militari, ed essere sicuri che nessuno le attraversi e possa arrecare danno alla popolazione Israeliana. Orbene, ci sono state soluzioni miste, prima le zone non edificabili e in questi ultimi anni il muro.

Chiunque sia possessore di un appezzamento di terra, sa che se vuole allontanarsi da un confinante che non collabora, può costruire un bel muro sul proprio terreno, ed eventualmente all'interno del proprio terreno si sposta più indietro se vuole tenersi lontano e più al sicuro. In Israele questa regola non vale. I muri di protezione e le zone di "buffer" (di sicurezza) vengono costruiti su terreni espropriati ai Palestinesi, su suolo Palestinese. Spesso poi capita che un terreno che fino a ieri era zona di sicurezza, venga smilitarizzato e venga edificato, spostando cosi' il confine di altri 50 metri, con la conseguente zona di buffer. E poco alla volta la città e l'occupazione si espande.

Ma a Gerusalemme non ci si limita a questo. L'obiettivo, in fondo, del governo, è quello di cercare di annettersi più territorio possibile, e contemporaneamente cercare di isolare più possibile i vari quartieri Palestinesi, così da poter giustificare sempre più il controllo militare di un territorio che in fondo non è il proprio. Una delle tecniche utilizzate è proprio quella delle occupazioni notturne nei quartieri Palestinesi. Pare vi sia addirittura uno strumento giuridico per giustificare queste occupazioni: gli Israeliani giustificano queste occupazioni con il fatto che si sentono autorizzati a "recuperare" i territori da essi abitati prima della fondazione dello stato di Israele. Ovviamente questa stessa giustificazione è inammissibile nel caso i Palestinesi volessero recuperare territori ad essi appartenuti prima della ridefinizione degli stessi confini di cui sopra.

Insomma, la situazione in Israele è insostenibile, l'abbiamo visto con la guerra di Gaza di questa estate, ma come sempre tutto ricade nel dimenticatoio, prima l'ISIS, poi ebola, e poi il TFR in busta paga e gli 80 euro al mese. Si sa, è una questione di priorità, e per la comunità italiana, e anche per quella internazionale, la questione Palestinese non è una priorità. Evidentemente.


Monday, September 15, 2014

Buone nuove da Israele

Unità 8200 (Foto: Red Storm Rising)
Di qualche giorno fa una notizia che mi ha fatto riflettere, e che dovrebbe far riflettere tutti coloro che sostengono l'una o l'altra causa...a mio avviso dovrebbe fa riflettere tutti. 

L'11 settembre è stata divulgata una lettera scritta dai veterani dell'Unità 8200 dell'esercito israeliano. L'Unità 8200 è un gruppo di riservisti, specializzati in operazioni di intelligence, non sono militari come siamo abituati ad immaginarli. Si tratta di professionisti nei settori delle telecomunicazioni, esperti informatici, esperti in data encryption: i migliori esperti che Israele possa vantare nel campo. Non credo di commettere alcun errore se faccio un paragone tra l'Unità 8200 e l'NSA americana.

A causa della chiarezza di quanto scrivono i veterani, credo sia inutile sintetizzare. Questa la mia traduzione in italiano:


Noi sottoscritti, veterani dell'Unità 8200, riservisti in servizio e non, dichiariamo che ci rifiutiamo di prendere parte ad attività contro i palestinesi e ci rifiutano di partecipare o di essere d'aiuto all'inasprimento del regime militare nei Territori Occupati. 

C'è una visione che il servizio nell'intelligence dell'IDF [Esercito Israeliano] è privo di problemi morali e contribuisce solo a prevenire la violenza e danni agli innocenti. Tuttavia, durante il servizio militare, abbiamo appreso che l'intelligence è una parte inseparabile dal governo militare nei Territori. La popolazione palestinese, che vive sotto un regime militare, è completamente esposta allo spionaggio e alla sorveglianza da parte dei servizi segreti israeliani. A differenza dei cittadini israeliani e di quelli di altre nazioni, non vi è nessun controllo sui metodi di raccolta, monitoraggio o uso delle informazioni di intelligence relative ai palestinesi, sia che essi siano coinvolti in atti di violenza o no. Le informazioni raccolte danneggiano gli innocenti e vengono utilizzate per la persecuzione politica e la creazione di divisioni all'interno della società palestinese attraverso il reclutamento di collaboratori creando conflitti all'interno della società palestinese stessa. In molti casi, l'intelligence si interpone alla giustizia nei tribunali militari, impedendo agli imputati prendere visione delle prove contro di essi. L'intelligence consente il proseguirsi del governo su milioni di persone, un'autorità molto profonda e che penetra in ogni aspetto della vita quotidiana. Tutto ciò impedisce una vita normale e innesca ulteriori violenze, aumentando sempre più le distanze ogni volta che termina un conflitto. 

Milioni di palestinesi hanno vissuto sotto il governo militare israeliano per 47 anni. Questo governo nega i loro diritti fondamentali e espropria le loro terre a favore degli ebrei, che sono soggetti ad una diversa polizia, sistema giuridico e giudiziario. Tale realtà non fa parte del compito dello Stato di difendersi, ma é piuttosto il risultato di una scelta. Ampliare gli insediamenti non ha nulla a che fare con l'autodifesa. Così come neppure la limitazione [per i Palestinesi] a costruire, lo sviluppo e lo sfruttamento economico della Cisgiordania, o la punizione collettiva dei residenti di Gaza, o il percorso del Muro di Separazione. 


Alla luce di questo, siamo giunti alla conclusione che noi che abbiamo servito nell'Unità 8200 abbiamo la responsabilità di questa situazione e la responsabilità di agire. Le nostre coscienze non ci permettono di continuare a servire questo sistema, che danneggia i diritti di milioni di esseri umani. Pertanto quelli tra noi che sono riservisti dichiarano che ci rifiuteremo di prendere parte alle operazioni contro i palestinesi. Facciamo appello a funzionari dell'intelligence, attuali e futuri, e a tutti i cittadini israeliani, per far sentire la loro voce contro queste ingiustizie e di agire per porne fine. Noi crediamo che da questo dipenda il futuro di Israele.

Leggere una dichiarazione di questo genere, da professionisti di un certo peso che sanno perfettamente cio' che dicono, credono nella propria nazione e mettono le proprie competenze al servizio del proprio paese, fa un effetto largamente maggiore rispetto a chi dice le stesse cose ma da attivista palestinese o peggio anti-sionista.

Sono più che sicuro che una notizia del genere, nel gergo giornalistico, "non fa notizia", ma nelle menti di milioni di persone che vogliono la pace e che cercano la giustizia, leggere una lettera di questo genera sia molto più di una "notizia" ma una conferma che le coscienze si stanno svegliando e che la direzione è ben diversa da quella che i capi di governo di Israele (e gli Stati Uniti, con le Nazioni Unite) hanno scelto.

Monday, December 16, 2013

L’Italia abbandona il mercato unico europeo

Foto: answermethis
Questo l’emendamento alla legge di stabilità che introduce la cosiddetta Google Tax:“I soggetti passivi che intendano acquistare servizi on line sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media ed operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita iva italiana. Gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (altrimenti detti servizi di search advertising), visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito o la fruizione di un servizio on line attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti (editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario) titolari di partita iva italiana. La disposizione si applica anche nel caso in cui l'operazione di compravendita sia stata effettuata mediante centri media, operatori terzi e soggetti inserzionisti" (Fonte L’Huffington Post).

Tradotto in italiano: “Qualunque impresa Italiana è obbligata ad acquistare esclusivamente in Italia qualsiasi tipo di servizio di pubblicità online”.

In giro si parla tanto del fatto che i colossi saranno costretti ad aprire una partita IVA in Italia, ma l’emendamento dice ben altro: nell’ambito della pubblicità online, lo stato Italiano intende violare gli accordi sul mercato unico europeo con una norma coercitiva rispetto ai propri cittadini ed alle proprie imprese, impedendo di fatto di accedere al mercato unico, ma imponendo l’acquisto di servizi in Italia.

Perché tutto questo? Perché vogliono che Google/Facebook paghino le tasse in Italia. Ma di quali tasse parliamo?

Sicuramente non dell’IVA, visto che le fatture che emettono queste imprese sono in regime di Reverse Charge, e quindi l’impresa italiana si occupa di versare allo stato Italiano l’IVA dovuta.

Probabilmente vogliono che paghino l’IRPEF, e quindi l’imposta sui guadagni… ma a questo punto ci si chiede: e perché la pubblicità online si e le patatine no? Perché non imporre a tutti i settori merceologici questa norma: sono vietate le importazioni in Italia, punto!

Un'altra cosa che mi preoccupa è quello che comporta questa norma: immaginiamo che Facebook apra una partita IVA a Milano (magari scoprono che possono aprirla a Campione d’Italia e raggirano il problema), la domanda sorge spontanea, da chi compreranno i servizi che poi rivendono in Italia? Essi stessi sarebbero un’impresa italiana, e, secondo la legge, non sarebbero autorizzati ad acquistare servizi di pubblicità, se non in Italia. Come dovrà organizzarsi Facebook Italia S.r.l. per poter erogare i propri servizi quando scopre che non li può acquistare dalla controllante Facebook americana? Secondo voi verranno ad aprire una server farm nel nostro paese e sposteranno tutte le loro operazioni qui, no, altrimenti come fanno a generare la pubblicità vogliono rivendere e che non possono comprare fuori dai nostri confini?

Leggo, inoltre che ogni pagamento deve essere effettuato obbligatoriamente con Bonifico bancario o postale! Ma questi legislatori lo sanno che il grosso della pubblicità online viene già pagato con carta di credito (ampiamente tracciabile)? Ma cosa credono che gli italiani che acquistano pubblicità da Facebook vanno in Irlanda a portare valigie di soldi in contanti a Facebook?

Insomma, secondo me questo è il solito pasticcio Italiano!

Dopodomani riceveremo un bel multone dall'Unione Europea, che facciamo lo rigiriamo direttamente alla commissione Bilancio della Camera? Mi raccomando, da pagare tassativamente a mezzo Bonifico bancario.


Saturday, February 23, 2013

Il post di un giorno


Oggi il silenzio elettorale, una buona idea ma sicuramente normata da una legge che ha fatto il suo tempo (La legge n.212 del 4 aprile 1956… millenovecento cinquantasei).

Foto: prlog
L'articolo 9 intima: "Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda."

Il legalese, come al solito per una legge italiana, è a tratti sibillino letto nella società attuale. I punti sui quali voglio porre l'accento sono:
 - cosa si intende per "riunione di propaganda elettorale diretta o indiretta in luoghi pubblici o aperti al pubblico"?
 - "la nuova affissione di stampati, giornali murali.."

Non entro nel merito dello spirito della legge, che in realtà è tutto sommato condivisibile: il giorno prima delle elezioni lasciatemi in pace, ho bisogno di pensare.

La mia perplessità riguarda invece il ruolo dei nuovi media, dei nuovi tipi "stampati, giornali murali…", in relazione allo spirito della legge. Per capire a cosa io mi riferisca basta aprire il proprio Google+, Facebook, o Twitter. E' altamente probabile che appaia qualche faccia con questo o quel simbolo elettorale, o qualcuno che continua a dire noi faremo questo, loro non hanno fatto quello… insomma, la campagna elettorale.

Anche lasciando perdere i social network, su di un sito web di un candidato o di un partito politico (luogo, seppur virtuale, ma aperto al pubblico) si dovrebbe vietare la pubblicazione di nuove notizie da 24 ore prima delle elezioni fino al termine delle consultazioni?

Interessante esercizio concettuale e tecnico-legale… in un paese che deve cambiare metodo: a mio avviso le leggi dovrebbero emanare solo indicazioni, obblighi o divieti in termini di linee guida e, appunto, di "spirito" e fermarsi lì. Tutto il resto andrebbe realizzato con regolamenti attuativi tenuti in continuo aggiornamento.

Saturday, November 12, 2011

Potere al popolo...

...senza ricorrere alle elezioni.

Giornate memorabili per il mondo intero, protagonista l'Italia e gli Italiani.

Se veramente si vuole restituire il potere ai cittadini non servono le elezioni, è sufficiente la trasparenza, Gorbačëv insegna.

Basterebbe infatti una ventata di apertura e trasparenza da parte dei vecchi e dei nuovi protagonisti della politica di questo paese: il presidente Napolitano, Monti, i rappresentanti di partito dovrebbero svolgere le consultazioni di queste e delle prossime ore non a porte chiuse, ma sotto gli occhi di tutti i cittadini.

Registrate e trasmettete su podcast, per radio, sui giornali, dove vi pare, ma fateci sapere quello che vi dite in quelle stanze.

Visto che abbiamo perso la fiducia in voi, nostri rappresentanti, ascoltare le vostre parole in questi momenti cruciali per il nostro paese, ci aiuterà a capire se siete degni o no della carica che vi abbiamo conferito.

Basta con gli accordi di palazzo, scambi di favori, lottizzazioni, scelte parziali e faziose. Vogliamo sapere cosa vi dite e quali criteri state usando per salvare il paese. I tempi delle decisioni "condivise fra pochi" sono finiti.

Mi rendo conto che è una richiesta folle, ma io la faccio ugualmente!

Wednesday, August 03, 2011

Firefox memory hogging observations


Yesterday my Mac Pro was acting like a whale, then I noticed Firefox consuming more than 5GB of resident size... I thought that after all Netscape Communicator age was just a few years ago ;-)

Well..today I kept an eye over Activity Monitor and got a rare view of numerics regarding vsize: in some rare occasions it showed like Firefox was allocating 16EB of virtual memory! Wow, sixteen exabytes: 16 million terabytes :-) Kudos to malloc(3)!

Friday, July 08, 2011

Bonus Idrocarburi Basilicata

Ed ecco che arriva il Bonus Idrocarburi in Basilicata. In questo post non entro nel merito della moralità, dignità o corretezza politica di quest'operazione, speculazioni che rinvio in separata sede.

Mi piace osservare però alcuni dettagli.

Innanzi tutto di cosa si tratta? E' semplice: le compagnie petrolifere estraggono idrocarburi dal nostro sottosuolo (quello di tutti i cittadini), ma per farlo sono obbligate a pagare un'imposta allo Stato che gli riconosce la concessione (una royalty).

Lo Stato utilizza i proventi dall'estrazione del petrolio nella maniera più opportuna e sicuramente per il bene comune (tutti i cittadini e l'ambiente in cui viviamo). Uno di questi è redistribuire questi soldi ai cittadini residenti nelle regioni dove si effettua l'estrazione del petrolio.

In Basilicata si è scelto di:
  • Restituire circa €90/anno solo ai cittadini muniti di patente di guida
  • Restituire questi €90/anno solo a patto che questi soldi vengano spesi per acquistare carburante
  • Delegare la gestione della restituzione esclusivamente a Poste Italiane
  • Scegliere che il denaro transiti esclusivamente attraverso il circuito MasterCard
Probabilmente sono solo dei dettagli, ma sicuramente rappresentano ottimi spunti di riflessione.

P.S.
  • il dato demografico: in Basilicata siamo in 587680 residenti
  • il dato economico: le royalties da ripartire in Basilicata ammontano a € 32.929.972,00 (quasi trentatre milioni di euro)
  • il dato aritmetico: se l'amministrazione statale avesse voluto distribuire questi soldi a tutti i cittadini residenti, essi avrebbero beneficiato di € 56 pro capite...a netto delle "spese di gestione"
  • l'altro dato aritmetico (più complicato): ammettiamo che le "spese di gestione" ammontino ad un buon 10% (3.2 milioni di euro), in Basilicata dovrebbero esserci 329mila patentati residenti...